I SIMBOLI

Giuseppe Andrea Lombardini ed i misteri dell’Alchimia.

Valerio Ivo Montanaro

Scendere nei sotterranei di Narni equivale in primo luogo a compiere un viaggio indietro nel tempo che diventa anche un viaggio dentro se stessi. Questo viaggio nelle profondità, che gli antichi greci indicavano con il nome di nekeya, è lo stesso percorso che Giuseppe Andrea Lombardini fu costretto a compiere, come lui stesso afferma, “ingiustamente”. Ad ogni essere umano tuttavia è concesso il potere di trasmutare alchemicamente un evento negativo in qualcosa di utile e costruttivo. Per poter compiere questa trasformazione è necessario poter disporre di adeguati strumenti interiori i quali, come ogni tradizione iniziatica insegna, si esprimono essenzialmente in simboli, misteriose figure pregne di potere. Il Lombardini, in questo senso, dimostra la sua profonda maestria lasciando all’interno del suo luogo di detenzione stupefacenti disegni che testimoniano una vastissima comprensione delle tematiche esoteriche ed alchemiche. Nell’epoca storica in cui visse disporre di tali conoscenze era affare assai pericoloso ed egli, infatti, con ogni probabilità, pagò il fio di esservi stato iniziato. Cerchiamo dunque di trovare la chiave degli affascinanti misteri che il Lombardini ha consegnato alla storia affinché ciascuno potesse trarne beneficio ed insegnamento, affrontando in modo puntuale i più rilevanti simboli presenti nella sua cella.

  1. Cella trasformata in Tempio Interiore – Atanor alchemico.

Cella del Lombardini

Atanor alchemico, il forno ermeticamente chiuso dove avveniva la trasmutazione della materia prima in pietra filosofale.

La quantità e la varietà del simbolismo presente all’interno della carcere del Lombardini è semplicemente straordinaria. Egli ha ricreato in questo luogo un vero e proprio Tempio, completo in ogni sua parte. E’ facilmente immaginabile che una persona dotata di conoscenze di natura esoterica abbia colto la connessione tra la sua condizione di carcerato ed il percorso stabilito dalla tradizione alchemica. L’alchimia, disciplina esoterica che risale alla più remota antichità, vede la luce, almeno per quanto riguarda l’ermetismo occidentale, in Egitto, dove il termine stesso indicava la “terra nera”, ossia il limo che il Nilo, nelle sue annuali inondazioni, lasciava sulle sponde del fiume rendendo fertili i territori circostanti. Dal “nero” dunque, colore che è archetipicamente legato alla morte, nasce la nuova vita. Il legame che quindi esisteva tra questi due estremi opposti non era sfuggito agli antichi che avevano desunto da questo avvenimento della natura alcune leggi sottili che riguardavano l’uomo stesso. L’alchimia infatti simboleggia, sotto la possibilità di trasformare il piombo in oro, la facoltà interiore dell’uomo di poter trasmutare se stesso, di potersi liberare dalla condizione meramente umana per accedere a stati di consapevolezza spirituale più elevati. Intraprendere questo percorso voleva dire affrontare tre fasi principali che erano conosciute come “Nigredo”, fase nella quale domina il colore nero, “Albedo” in cui è prevalente il colore bianco e “Rubedo”, la fase finale nella quale si ottiene la trasformazione voluta che è rappresentata dal colore rosso. La primissima fase dell’opera alchemica quindi era detta “Al nero” ed essere incarcerati nel ventre della scura terra, al buio, crea proprio l’ideale condizione di partenza nella quale si debbono trovare tutte quelle persone che praticano l’alchimia spirituale, le quali hanno come fine la trasformazione e l’elevazione della propria anima. L’essere isolati dagli accadimenti esterni facilita la possibilità di guardarsi all’interno per confrontarsi con se stessi e dare realmente significato al detto iniziatico “Nosce te ipsum”, conosci te stesso. E’ probabile quindi che ci troviamo davanti ad un Tempio che non solo è esteriore poiché riprodotto in simboli sulle pareti, ma anche al Tempio interiore del Lombardini stesso, raffigurato nelle sue diverse parti, ovvero la sua interiorità proiettata in forma di simboli. Questi due Templi corrispondo tra di loro e paradossalmente proprio il carcere dal quale è impossibile uscire si trasforma in quel luogo nel quale è impossibile entrare ed all’interno del quale gli alchimisti svolgevano la loro opera e che porta il nome di Atanor, crogiolo nel quale avvenivano le trasmutazioni della materia. Da un punto di vista psicologico questa cosa viene chiamata “ambiente protetto”, cioè un luogo nel quale è possibile condividere anche i propri aspetti problematici o, per usare un termine junghiano, di ombra. Il processo di evasione “spirituale” dal carcere, che corrisponde in termini simbolici alla liberazione interiore, passa attraverso questa “selva oscura”, nella quale è facile perdersi. Ricordiamo a questo proposito il mito della caverna attraverso il quale Platone mostra, per l’appunto, come si compie questo processo di liberazione che ha inizio dalle ombre illusorie che la nostra mente crea e proietta e termina nella visione lucida e consapevole dei diversi piani che compongono la realtà. Nel mito platonico appare infatti un uomo in catene che vede ombre proiettate sul fondo della caverna e, non avendo avuto esperienze di altre realtà, scambia quelle ombre per verità. Svincolato dalle catene si rende conto che le ombre sono solo forme evanescenti e che, ormai libero di uscire dalla caverna, l’attende la luce del sole e la realtà. Inoltre è importante notare la posizione occupata dal sole e dalla luna sopra la parete d’ingresso. Questi simboli sono disposti esattamente come all’interno di un Tempio massonico e nello stesso punto dove ha sede il seggio del Maestro Venerabile. Se consideriamo che questi graffiti vengono realizzati nella seconda metà del ‘700, momento in cui si assiste in tutta Europa ad un fioritura della Massoneria moderna, del suo simbolismo e dei suoi ideali, possiamo avanzare alcune ipotesi sull’origine delle conoscenze esoteriche del Lombardini.

  1. Linguaggio degli uccelli

Il linguaggio degli uccelli, idioma simbolico – iniziatico utilizzato dagli alchimisti.

In questa cella è presente un ricco simbolismo esoterico di natura prevalentemente alchemica. Possiamo notare innanzitutto il motivo degli uccelli, ripetuto più volte. Questo è un possibile riferimento al linguaggio degli uccelli, un linguaggio di natura iniziatica utilizzato dagli alchimisti per trasmettere le loro conoscenze sui lavori necessari per ottenere la pietra filosofale. Inoltre non dobbiamo dimenticare che nell’antichità, si credeva che questo linguaggio fosse utilizzato dagli Dei che, proprio attraverso il volo degli uccelli, stabilivano una comunicazione con gli uomini. A questo scopo erano preposti dei particolari sacerdoti ai quali era deputata l’interpretazione dei messaggi divini che venivano chiamati “Aruspici” termine che deriva dall’unione di due parole “Aves” e “spicere”, letteralmente guardare gli uccelli. Proprio per tale motivo anche nelle tradizioni sciamaniche a questi animali era assegnato un ruolo del tutto particolare e così speciale che gli sciamani stessi, che utilizzavano proprio il volo “interiore” per operare in altri piani di realtà, usavano adornarsi di piume per facilitarsi nel compito che erano chiamati a svolgere a favore della comunità. Anche in Massoneria la simbologia dell’uccello è ritenuta molto importante, tanto da essere stata scelta come principale emblema dei sistemi rituali degli alti gradi, sotto forma di Aquila o di Fenice, anche per la rilevanza che nella Libera Muratoria riveste la figura di San Giovanni, il cui simbolo è, per l’appunto, un’Aquila. Nell’antichità si riteneva infatti che fosse questo l’unico uccello in grado di guardare direttamente il sole e quindi, in senso simbolico, di poter fissare negli occhi la divinità per guardarla nella sua essenza.

  1. Axis mundi – scala di Giacobbe

E’ possibile vedere inoltre un altro simbolo fondamentale, quello dell’Axis Mundi, qui rappresentato dal motivo della Scala a sette pioli. Questo simbolo è molto importante perché in ambito esoterico sta a significare che tutti i piani della realtà sono connessi tra di loro e che è quindi possibile entrare in comunicazione con piani di esistenza più sottili e spirituali rispetto a quello materiale e fisico che tutti conosciamo. Inoltre il 7 è fondamentale nella numerologia esoterica per i molteplici significati che porta con se. E’ bene ricordare come dietro la perfezione che questo numero rappresenta, si cela la somma di due numeri che sono all’origine di tale completezza, ossia il 3 ed il 4. Il 3 in senso esoterico ci parla di una divinità che esiste su un piano ideale, perfezione non ancora manifestatasi nella materia, mentre il 4 rappresenta la materia ed i suoi elementi. Quando la divinità si infonde nella materia abbiamo il 7, ovvero una manifestazione della divinità nella materia. Ecco spiegato il motivo per il quale Cristo è tradizionalmente rappresentato dal numero 7, data la sua doppia natura divina e materiale, che, in ultima analisi è propria di ogni essere umano. Anche la geometria, interpretata in senso esoterico, porta nella stessa direzione. Tre punti sono infatti quelli minimi indispensabili per poter individuare un piano bidimensionale, o, in termini simbolici, per poter descrivere un idea concepibile. Per poter avere la tridimensionalità è necessario avere invece un ulteriore punto che stabilisca i limiti della profondità. Quindi il numero quattro introduce un oggetto concreto, materiale, tangibile che, non a caso, così come nota anche Platone, è rappresentato dal Tetraedro, ossia l’oggetto tridimensionale avente il minor numero di lati possibili, cioè una piramide a tre lati, simbolo dell’elemento fuoco anche in alchimia. Questa concezione numerologica era considerata così importante che la si ritrova applicata fino al medioevo anche nel percorso di studi che era appunto diviso in trivium e quadrivium. Il numero 3 inoltre, praticamente in tutte le tradizioni iniziatiche, rappresenta anche la prima forma di unione degli opposti, intesi come energie maschili e femminili. Nella tradizione religiosa cristiana abbiamo la trinità dove, a causa di alcune storture introdotte dalla cultura patriarcale, l’elemento femminile è stato mascherato con il termine “Spirito Santo”, che tuttavia è da mettere in rapporto con quella che gli gnostici indicavano con il nome di Sophia, l’eterno femminino sacro. Notiamo anche che il Lombardini, utilizzando il simbolo della scala, ha preferito rifarsi, per esprimere questi concetti, alla tradizione veterotestamentaria ed al famoso sogno in cui il patriarca Giacobbe vede, per l’appunto, una scala attraverso la quale degli angeli salgono e scendono dal cielo. Singolare è anche il fatto che l’autore di questi graffiti, in un epoca durante la quale anche le società iniziatiche si facevano portatrici di un messaggio positivista e scientifico, abbia voluto invece rifarsi ad antiche dottrine esoteriche.

  1. Integrazione Maschile – Femminile – simbolismo lunisolare

Simbolismo Lunisolare presente nella cella del Lombardini.

I due principi alchemici dell’Oro e dell’Argento, simboli delle energie maschili e femminili rappresentati dal Sole e dalla Luna.

Il messaggio più importante che sembra possibile riscontrare è quello relativo al lavoro alchemico di integrazione tra Maschile e Femminile, qui rappresentati dal Sole e dalla Luna, disposti dal Lombardini con singolare e simmetrica precisione. Il fine degli alchimisti era infatti quello di ottenere la pietra filosofale che era anche chiamata “Rebis”, letteralmente la “cosa doppia”. Ci si riferisce ovviamente alla possibilità per l’uomo, attraverso un lavoro iniziatico, di integrare il proprio femminino interiore acquisendo le straordinarie ricchezze che la “Luna” interiore di ognuno di noi cela. L’Alchimia spirituale aveva questo fine che veniva simboleggiato in diversi modi. I più noti testi d’alchimia dell’antichità mostrano l’integrazione tra queste due energie opposte attraverso l’accoppiamento di un Re ed di una Regina, o anche attraverso il simbolo della croce posta sopra un cerchio. In questo caso la croce assume una forte valenza integrativa dal momento che rappresenta il punto di incontro tra la verticalità delle forze maschili con l’orizzontalità di quelle femminili. Non a caso la più nota confraternita di alchimisti porta un nome che è l’emblema di questa integrazione, ovvero RosaCroce. Nel blasone di questa confraternita la rosa viene disposta esattamente all’incrocio degli assi. In questo modo si rendono accessibili all’essere umano le potenzialità legate alla razionalità, alla logica ed alla ragione del Sole, insieme alle doti di intuizione profonda, sensibilità e contatto con il mondo spirituale tipici della Luna. La presenza di alcuni simboli massonici, il maglietto, lo scalpello e la squadra, unitamente a questo grande equilibrio Sole – Luna può far ritenere che Lombardini si volesse riferire inoltre al tema della Mixité, ossia dell’iniziazione femminile all’interno delle logge massoniche, problematica che sarà ufficialmente trattata dalle associazione muratorie solo molto più tardi.

  1. Simbolo della spirale – Coda dell’uccello androgino.

La spirale, simbolo utilizzato nella geometria sacra.

Altro simbolo molto interessante è quello della spirale che si rifà a quella che è possibile definire Geometria Sacra, scienza esoterica tramandata dalla Massoneria ed il cui più famoso esponente occidentale fu Pitagora. Questo simbolo rappresenta il concetto di crescita ed espansione, quando il suo passo è destrorso, mentre nel caso contrario abbiamo l’espressione dell’idea di contrazione e restringimento, due movimenti energetici universali entrambi indispensabili per l’equilibrio, basti pensare ai movimenti dei nostri polmoni che si espandono e si contraggono. Il muoversi verso l’esterno per acquisire esperienza e conoscenza della vita, deve avere come complemento il ritirarsi in se stessi per avviare una fase di sistemazione interiore degli elementi che si sono acquisiti durante il viaggio, ecco spiegato una delle numerose accezioni del movimento verso l’interno della spirale. Il concetto di spirale inoltre è intessuto alla base stessa della creazione della materia. Dalle galassie ai girasoli passando per l’orecchio umano, questa forma geometrica dai molti significati si ritrova praticamente ovunque. La spirale inoltre riporta al concetto esoterico di Sezione Aurea, un particolarissimo numero irrazionale, che, come ebbe modo di constatare anche Fibonacci, un matematico italiano vissuto nel medioevo, rivela il motivo per il quale macrocosmo e microcosmo siano collegati tra di loro.

  1. Miracolo di San Nicola – Smembramento e ricomposizione – mito di Osiride

San Nicola ricompone e riporta miracolosamente alla vita i corpi di tre bambini.

Iside attraverso le sue arti magiche ricompone e riporta alla vita Osiride.

Notevole è anche la rappresentazione del miracolo di S. Nicola. La storia racconta di come S. Nicola riuscì a resuscitare tre bambini che erano stati spezzettati ed offerti come pranzo al Santo a sua insaputa. In questo caso si tratta di un possibile riferimento al mito di Osiride che, fatto a pezzi da suo fratello Seth, è stato ricomposto e riportato alla vita grazie alle arti magiche della moglie Iside. Il miracolo di S. Nicola ed il mito egizio coincidono come significato profondo facendo intravedere un percorso di natura iniziatica che ha avvio con un’approfondita conoscenza di se stessi, simboleggiata dallo smembramento, e da una successiva rinascita consapevole, rappresentata dalla resurrezione. Anche nelle tradizioni sciamaniche veniva utilizzata una simile procedura iniziatica. L’aspirante uomo medicina doveva infatti subire lo smembramento e la morte rituale. Nel vangelo di Giovanni possiamo trovare una frase dalla valenza esoterica sovrapponibile e molto importante “Il chicco che muore porta molto frutto”. Terminato lo smembramento e la putrefazione il corpo dello sciamano viene ricomposto con l’ausilio di pietre magiche che gli doneranno, al termine della fase di rinascita che sta per seguire, la possibilità di interagire con il mondo degli spiriti. La morte rituale, la putrefazione e lo smembramento mantengono il loro significato simbolico attraverso i secoli ed i miti. Nell’antichità greca questo viaggio veniva chiamato con il nome di “nekeya”, il viaggio agli inferi che era necessario compiere per poter risorgere alla luce con una nuova consapevolezza. Tracce di questo iter iniziatico le possiamo trovare nel viaggio di Ulisse nell’Ade, di Dante all’inferno, e nel Cristianesimo dove viene simboleggiato nei 3 giorni necessari alla resurrezione di Cristo.

  1. L’uccello androgino

Il Dio mesoamericano Quetzalcoatl, archetipo dell’uccello – serpente che unisce l’elemento aria con quello terra.

Un altro simbolo molto interessante che si trova all’interno della cella del Lombardini rappresenta un uccello la cui coda, oltre ad essere spiraliforme, elemento geometrico sul quale abbiamo già avuto modo di soffermaci, è evidentemente quella di un rettile. Si tratta di un preciso riferimento ad un simbolo archetipico dalle antichissime origini nel quale confluiscono e trovano integrazione l’elemento aria e l’elemento terra. Tracce di questo antico archetipo sono presenti ovunque, persino nella cultura mesoamericana dove è possibile trovare la figura del Dio Quetzalcoatl del quale si diceva fosse un rettile con le ali. La relazione tra questi due elementi, appartenenti rispettivamente alla sfera delle energie maschili e di quelle femminili, rappresenta lo stato di androginia, ovvero la conclusione del percorso alchemico che portava alla realizzazione della pietra filosofale. Nel momento in cui gli opposti vengono a coincidere in un unico punto il concetto di “tempo” viene a decadere ed attraverso questa realizzazione l’alchimista tentava di accedere all’immortalità. Si evince facilmente l’eterodossia di questa pratica esoterica che, differentemente dalla normale prassi religiosa per la quale l’eternità dell’anima dipende da un giudizio esterno sull’operato del singolo, l’iniziato alla via alchemica è invece colui che, sempre ponendosi con umiltà davanti a Dio, tenta con le proprie forze di “spiritualizzare” la materia, e dunque se stesso, cercando l’immortalità.

  1. Relazione Gesuiti – Templari

Il trigramma Jesus.

Si può inoltre osservare come il Lombardini abbia più volte richiamato il trigramma Jesus, simbolo dell’Ordine dei gesuiti. A questo proposito è interessante notare come tra questo Ordine e quello dei Templari vi siano diverse affinità notate da molti ricercatori. Sicuramente la più importante è una visione della divinità di tipo monistico, che nei Gesuiti si identifica quasi esclusivamente nella figura del Cristo, mentre per quei Templari che uscirono dall’ortodossia cattolica si ritrova nella figura del Baphomet. Entrambi gli Ordini arrivarono a costituire una seria minaccia per il potere dei papi e proprio per questo i Templari furono sciolti d’autorità da Clemente V, anche su pressioni del Re di Francia Filippo il Bello. Similmente l’Ordine dei Gesuiti venne sciolto per diversi decenni e venne ripristinato dal papato solo per via dell’elevata capacità di “infiltrazione” all’interno dei poteri secolari di tutto il mondo, caratteristica questa anche dell’Ordine del Tempio. In ultimo bisogna certamente sottolineare come entrambi gli Ordini abbiano avuto un’accentuatissima inclinazione al sincretismo con i culti locali con i quali, via via, entravano in contatto, arrivando anche a porre in essere pratiche eterodosse rispetto a quelle indicate dalla Chiesa Cattolica. E’ notevole inoltre il Trigramma dei Gesuiti riprodotto su un punto importantissimo della cella ossia la chiave di volta. Da un punto di vista energetico si tratta di un luogo particolare e densamente carico di forze. Il trigramma è stato singolarmente capovolto, richiamandosi in questo modo all’unione del cielo, rappresentato dalla chiave di volta, con la terra e le sue potenze infere, simboleggiato dall’inversione del trigramma stesso.

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